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Qui riporto, i miei pensieri, le mie emozioni, cio' che nel corso della mia vita mi ha colpito e cio' che ha saputo cambiarmi, giorno dopo giorno...fino ad oggi

Ho iniziato a scrivere a 14 anni, senza un motivo particolare, mi sono svegliato una mattina d’improvviso e ho sentito il bisogno di scrivere, di esprimere e di imprimere sulla carta le mie emozioni…e cosi' ho fatto.
Spero che le mie parole possano farvi sognare ed emozionare cosi' come hanno fatto con me quando le ho scritte...
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martedì 10 febbraio 2009

Sogno scolorito



Difficile alzar lo sguardo
in un giorno di pioggia,
sperar nella gioia
di una goccia non goccia.
Difficile cadere, morire e risalire,
Rialzarsi, puntare dritto
e riuscir a non pensare,
Non pensare alle sconfitte,
alle perdite e dimenticanze,
perché non rimangono
altro che apparenze.

Difficile alzar lo sguardo,
dopo aver guardato
a terra troppo a lungo,
fissarsi allo specchio
e non vedere più un volto
Ma una bambola una marionetta,
o un burattino che non sa far altro
che dir si e no come un cretino.

Difficile alzar lo sguardo
E volgerlo indietro,
Ai ricordi passati,
Ai momenti perduti,
fuggiti tra bugie ed illusioni,
Che se in principio erano due,
Ormai son diventate milioni.

Difficile credere ancora
Che un futuro seguirà,
se neanche di un domani,
Si può dire se verrà,
Migliore o decadente,
Tetro o abbagliante.
Ma di certo colmo
Di mille e più domande,
Dubbi quesiti ed indovinelli,
Che rimbombano nella testa
Come tanti ritornelli,
cantilene o musichine,
che nonostante tanti sforzi,
si imprimono come chine.

Difficile alzar lo sguardo,
e puntarlo dritto verso
Un oggi che corre, scalpita
E trascina così veloce,
che dietro a sé
non lascia altro che una voce,
Così fioca ed indebolita,
Tenue ed atterrita,
Che sa dir solo
vi prego, son sfinita,
Stanca di dover dire,
frasi vuote e ridondanti,
Che non servon a nulla,
Se non a chiudere
Gli occhi a tutti quanti,
Per celare, nascondere
Una verità, che sebbene
Silenziosa e celata,
Svela di esser letale,
Come una lama affilata,
Che non appena la si sfiora,
Ti ha già spogliato di tutto
Anche di quello che non c’era,
O che non si vedeva chi lo sa,
Ma che certamente era
Meglio quando stava qua,
Dentro al cuore di quell’unica persona,
Che prima di aprir gli occhi,
E guardar ancora,
Pensava a qualcun altro
E non a sé come ora
Fanno in molti se non tutti,
Che non badano ad altro
Se non che ad esser brutti,
Crudeli e spietati,
Perché è questo che la vita
Gli ha insegnato,
E son costretti a dir, dall’esistenza
Sol questo io ho imparato.

Difficile seguir il corso dei pensieri,
Il ritmo delle parole,
Vere o menzognere,
False o veritiere che esse siano,
Ma esiston solo perché possano
Rigare il viso e accender il cuore,
Di quell’unico qualcuno,
Che invece che remar da sé,
Rimane fermo a meditar,
e non vuol dimenticar nessuno.

Difficile alzar lo sguardo
E guardare ancora fuori,
Oltre la finestra e
I nostri vivi e finti colori,
Freschi e luminosi
come quelli di una fiaba,
Che invece può dir solo
Volevo esser e non son stata,
Viva e vera come invece noi siamo,
Ma che non facciamo niente
Se non gridar che vogliamo,
Molto, tanto e ancor di più,
Perché possiamo superar
Quello che sogni anche tu,
Inutili fantasie,
sciocchezze ed invenzioni,
Che ci possono far dire
Sono grasso come i meloni,
Grande dal di fuori, ma nel seme,
Vuoto arido e cupo
Come un inarrestabile vento,
Che sa donar solo tempeste e tormento.

Difficile alzar lo sguardo
Ed impedire alla penna
Di intinger ancora nel calamaio,
Per far seguire ancora parole
A tante altre che sono
State solo uno sbaglio,
Cosi grande e profondo,
Che contro ogni sforzo e desiderio,
Continua a scavar, intento
A raggiunger il fondo,
Se mai uno ci sarà,
Ma dopo tante mere illusioni,
dubito che arriverà.

Difficile alzar lo sguardo,
per accorgersi che questo
Non è solo un sogno,
O forse un incubo si potrebbe dir,
Che per quanto vivo ed animato
Può esser sembrato,
Svanisce all’alba come
Ogni altro mondo fatato.

Difficile aprir gli occhi
Ed accettare l’incredibile
Che una creatura come l’uomo,
Possa render l’amore vano,
O ancor peggio
Distruggerne ogni prova
Per poi far spavalda faccia
E dir non c’è n’è mai stata traccia.

Difficile alzar lo sguardo
Ed azzittire la mia voce,
Che grida forte per far sentire,
Quanto atroce può esser un silenzio,
Che nonostante non possa
Esser udito da qualcuno,
Continua ad uccidere e soffocar,
E non lasciar ferito alcuno.

Difficile, difficile tentare
Di colmare i troppi errori ed egoismi,
Che scorrono rapidi e limpidi,
Come tante lacrime amare,
O gocce acide di una
Pioggia così torrenziale
Che dal cielo è riuscita
A crear un unico, immenso mare,
Che nonostante possa apparir
Splendido e perfetto,
Cela di esser solo, triste e tetro,
E Ci dice di star attenti e vigilar,
Perché come ogni marea,
Tutto ciò che và e si allontana,
Prima o poi cambia e torna indietro.