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Qui riporto, i miei pensieri, le mie emozioni, cio' che nel corso della mia vita mi ha colpito e cio' che ha saputo cambiarmi, giorno dopo giorno...fino ad oggi

Ho iniziato a scrivere a 14 anni, senza un motivo particolare, mi sono svegliato una mattina d’improvviso e ho sentito il bisogno di scrivere, di esprimere e di imprimere sulla carta le mie emozioni…e cosi' ho fatto.
Spero che le mie parole possano farvi sognare ed emozionare cosi' come hanno fatto con me quando le ho scritte...
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mercoledì 24 settembre 2008

Er doppiatore

Su internet dice che faccio er doppiatore,
Ah si, rispondo io, nun me ne ero accorto
Gia’ nun me va de di’ che faccio l’attore,
so’ doppiatore, nun lo dico manco morto
E poi lo sai perche’ nun lo vojo di’
Perche’ una vorta che l’ho detto manno chiesto
se doppiavo cassette farlocche o dvd
e nun me va’ de raccontatte er resto,
Pero’, mestiere mio grazie davvero,
Nun sto scherzando te lo giuro so’ sincero
Ser nun ce fossi tu la vita mia
Me la figuro monotona stantia
Magari gli stessi gesti quotidiani
Fa’ colazione, grattasse li cojoni
Ma mancherebbe quella dose di poesia
Quellaa faccia tosta gioca’ co’ la fantasia
Che poi se dici che fai l’architetto
Tutti te dicono de rifaje er tetto
Mai sia te fai scappa’ che sei dottore
Mi nonna e’ matta a papa’ je dole er core
Allora e’ mejo di’ so’ doppiatore
C’e’ chi ce crede, chi ti guarda con timore
Chi t’ha letto qualche vorta nelli titoli
Chi, mi dispiace ma preferisco i sottotitoli,
Chi te considera un attore dimezzato,
Un sorcio de sala, una specie de impiegato,
C’e’ chi e’ arrivato a di’ sei una traditore,
N’ammazza opere, un mistificatore
Ao’ e mo’ basta e che e’ tutto sto dramma,
Pure er doppiatore nun se la scorda la mamma.
Francesco Pannofino

martedì 23 settembre 2008

L'ardore di una fiamma





Vorrei poter descrivere le emozioni
Che volano leggere nella mia mente
Ed investono il mio cuore,
Trascinate dalla forza di un vento
Senza stagione che si alza freddo e
Veloce fino a sospingermi di fronte
Alla più vasta luce.

Vorrei poterti donare il mio corpo
Per un solo istante, per poterti
Mostrare la realtà come mi si svela
Attraverso l’ anima, incredibile e
Fantastica come l’inebriante carezza
Di una rosa sfiorata
Da una goccia di rugiada.

Vorrei offrirti la mia mente
E svelarti le mie fantasie,
Ogni mio pensiero, dedica o bacio,
Dall’alba al tramonto,
Alla luce del sole e al chiaro di luna,
Nei caldi giorni d’estate
E nelle gelide notti d’inverno,
In ogni condizione, sogno o realtà,
Rivolto a te, mia dolce venere delicata.

Vorrei poterti ceder i miei occhi,
Per mostrarti come mi appari ogni volta
Che ti rivedo di fronte a me,
Accecato dal bagliore che emani,
Splendida nella tua fresca bellezza,
Carica della tua sensualità,
Così forte e vibrante
Da farmi tremare d’emozione.

Vorrei poterti prestare il mio cuore
E farti vedere quanto ogni battito
Sia semplicemente un eco
Dell’amore che lo nutre e lo mantiene vivo,
Un ricordo della forza che sprigioni
E sei capace di farmi entrare nelle vene,
Ma atterro di nuovo su questa terra
Sceso da soffici nuvole
E ricordo che già lo possiedi,
Cosi' come hai fatto tuo il mio amore.

Se anche non riuscirò mai
A donarti quanto vorrei,
Se anche questa notte,
Il mio desiderio non verrà esaudito
Potrò almeno strati accanto,
Offrirti il mo calore e proteggerti
Nel silenzio della notte,
Aspettando l’alba di un altro
Splendido giorno vissuto con te,
Dentro il tuo prezioso cuore.

giovedì 18 settembre 2008

La formica rossa

Ringraziare voglio il divino
labirinto degli effetti e delle cause
per la diversità delle creature
che compongono questo singolare universo
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia
per il coraggio e la felicità degli altri
per la musica, misteriosa forma del tempo.

Jorge Luis Borges
(letto da Francesco Pannofino)

mercoledì 10 settembre 2008

Incubo notturno


A cavallo della notte oscura,
Chiudo nel silenzio gli occhi
Ed avverto una letal paura,
respiro d’un fiato volto lo sguardo,
Ma scorgo sol buio e niente altro.

Sale il battito del cuore,
Tento di nasconder il timore,
Ma un urlo agghiacciante
Di soprassalto lo tramuta in terrore.
Un acuto sbatter d’ali s’ode là fuori,
Fra mille striduli suoni
Si nascondon gli orrori.

Un lungo brivido gelido
Mi sale per la schiena,
Cerco di restar fermo
Per evitar di diventar cena,
Di una figura veloce verace
Che vuol dare al mio corpo
Solo un’eterna pace.

Aguzzo gli occhi,
scorgo un’uscita,
Senza far rumore,
mi muovo per il lungo corridoio,
Sperando di non dover
Dire addio alla mia vita.

Volto l’angolo,
Tiro un sospiro di sollievo,
Quando il predatore compare
Davanti ai miei occhi
Bramoso, letale e fiero;
Mi copre con il suo mantello,
Mi avvolge nell’oscurità,
lotto con aggressività,
Cerco di non perder la speranza,
Ma ogni sforzo è vano
contro la sua possanza.

Prende il sopravvento,
Si nutre del mio sangue,
Mi sazia con il suo…
Mi sento diverso,
Un essere rinato,
Come mai prima ero stato,
In un sol istante,
Sento che son più forte,
Ed adesso sorridente e affamato,
Vedo che son diventato anch’io
Una creatura della notte.