A voi temerari e scaltri
lascio questo spazio e questo tempo
senza quando ne' dove
Lascio la possibilita' di solcare l'oceano
fendere l'aria e la terra
Toccare il piu' bianco dei cieli immensi
Di raggiungere le luci che si confondono
ogni notte nell'attesa del nuovo rintocco
A voi dotati delle risposte migliori
cedo la volonta' di credere e di far credere
Di non abbandonare i frutti colti
e di non dimenticarei fallimenti raggiunti
A voi che siete ancora alla ricerca del perche'
lascio il dono delle domande
l'immensita' del dubbio e della scoperta
il mero trionfo delle risposte e della ragione
L'illusione non e' nelle mie parole ma nella mia mente
che spera tutto possa tornare normale
e brillare dalle mie fantasie,
Che non il buio ma il bagliore
possa accecarmi e sconfiggermi
Che non possa restare fermo
ma immobile nel mio futuro
Che l'onda d'urto che si scaglia sul mio cuore
sia solo un eco lontano o un rombo passeggero
e non una freccia perpetua ed inamovibile
Se mai un tempo e' stato in mio possesso
Il tempo e non lo spazio
verso cui so per certo di dover esser grato
quello e' cio' che non dimentichero'
Se mai una fune restera' appigliata
verso questo immenso mondo
Ecco, non ritrovo piu' me stesso
non e' un altro al di la' del nuovo orizzonte
Solo un nuovo tenue miraggio
che finisce con l'annebbiare
ancor piu' le mie inutili follie
La penna macchia la candida via
per l'ultima volta
Ora e' il momento di partire
E' il momento di non ritornare
Non so cio' che sono o possiedo
sol la mia mano stringe affannata la mia identita'
dimenticata fra innumerevoli sfide
dall'esito incerto ed insostituibile
che hanno segnato un nuovo tratto
nel mio misero cammino
Dimenticate le mie parole
Disperdete quanto avete udito
Son solo il lamento di un essere
che nacque uomo e mori' cemento
sotto l'animo di quello che una volta
era se' stesso e ha finito col volare
alto sopra il proprio corpo
Per raggiungere il sole
E fondersi con esso