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Qui riporto, i miei pensieri, le mie emozioni, cio' che nel corso della mia vita mi ha colpito e cio' che ha saputo cambiarmi, giorno dopo giorno...fino ad oggi

Ho iniziato a scrivere a 14 anni, senza un motivo particolare, mi sono svegliato una mattina d’improvviso e ho sentito il bisogno di scrivere, di esprimere e di imprimere sulla carta le mie emozioni…e cosi' ho fatto.
Spero che le mie parole possano farvi sognare ed emozionare cosi' come hanno fatto con me quando le ho scritte...
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giovedì 9 settembre 2010

Il buio e l'oblio

Al calare della notte, quando immaginiamo che tutto si sia concluso, pensiamo che un'altra piccola parte di vita sia scivolata ancora una volta senza più guardare indietro e ci lasciamo abbandonare fra le lenzuola di un letto che ha visto per troppo tempo le nostre spalle assorbito le nostre lascrime e lasciare i segni di ciò che era e sarà di nuovo, lì emergono le nostre coscienze ed i nostri pensieri, tutto scorre velocemente come fino a poco prima non era stato, i giorni diventano notti ed il buio luce, tutto si oppone e si annulla, i pensieri finiscono con l'affollarsi tutti insieme nella testa. Crediamo sia tutto uno scherzo della stanchezza, che all'alba di un giorno nuovo tutto tornerà alla normalità e lascerà spazio a quella lucida razionalità che solo l'uomo è capace di partorire a intervalli di 60 secondi, ma non basta un raggio di sole per far scomparire le proprie paure, non serve un cielo azzurro per dipingerle e tramutarle in bei pensieri, allo scoccare della mezzanotte tornano esattamente come le avevamo lasciate, lì davanti a noi, fisse a guardarci negli occhi, dopo esserci state accanto tutto il giorno, quasi aspettassero soltanto questo momento per giungere nuovamente a imbrunire la nostra ombra su un orizzonte già fin troppo oscuro, a riempirci l'animo di domande ed il cuore di battiti senza ritmo, a confonderci le idee e a tormentare i nostri sogni. Le parole diventano strani simboli, si tramutano tutti in numeri e punti interrogativi, le domande lottano strenuamente per vincere l'una sull'altra, alcune vogliono misurare le nostre capacità, altre temprare il nostro coraggio; ho già vissuto così tanti anni, quanti ne rimangono ancora, quante ossa ho in corpo, quanti battiti in un minuto, sono uno o centinaia, chi è quell'unico me uscito fuori dalla strada che ho scelto di seguire? La punteggiatura sfaccetta un pensiero in mille frammenti, rende un unico risposta mille frasi sconnesse e scordinate, separate con l'anarchia, quasi fosse un peccato lasciare solo uno spazio fra di esse, impone, muri alti e determinati, sbarre già piegate dalla mente umana, solo per impedire al passato di andare avanti e alle parole future di guardare all'indietro. Le parole sono gocce di un fiume in costante piena non si possono fermare quando così tante riempiono una sola mente, figuriamoci quelle di miliardi di persone, tutte intende a difendere il proprio io, a trovargli spazio e respiro in questo tridimensionale universo troppo piccolo per ognuno di noi, alla ricerca della vittima più debole da divorare, solamente per dichiarare la vittoria di una giornata. Siamo così fragili nelle nostre armature di carta e di promesse, convalidate e certificate da timbri impressi con il sangue ed i sacrifici di troppi di noi, che pensavano che vivere questa vita volesse dire avere risposte invece che aggiungere dubbi e domande di calce a questa torre fatta di mattoni di anime e coscienze, di carne e respiro, di silenzi e parole assordanti. Pronti e lesti a gettare la nostra pietra, svegli e rapidi a dimenticare che lasceremo solo spazio al prossimo che dovrà arrivare, disposti a cedere il proprio sguardo ed i nostri occhi al peggior offerente per dimenticare che tutto intorno è solo una distesa di aria e fumo, una nebbia così spessa ed immorale nata solo per ingannare ancor di più quanto vediamo, e farci credere che oltre essa ci sia solo un altro mondo tale e quale al nostro e non che possa esistere una vita diversa, una mano tesa, a smentire che dall'altra parte una sola lascrima possa sciogliere la coltre che abbiamo creato, infrangere il frastuono che ci assorda e liberare le mani dagli strumenti per aprire la vita ad una nuova realtà.
Ho paura di questa vita e di ciò che potrà essere, ho paura di distendere la mano e vedere se il vento è in grado di piegarla, ho paura del visibile dell'invisibile, dell'uomo e della natura che lo pervade, della mente e della forza, del timore e della stasi, del cambiamento e della follia che nasce e cresce dentro ognuno di noi ogni giorno sempre di più fino a farci dimenticare che anche noi siamo nati da un grembo e moriremo nel nulla, quasi non ci fossimo mai stati fino a quel momento, a ricordare che quello spazio fatto di pochi metri e di illusorie speranze fosse nostro e di nessun altro, nei giorni a venire fino a quando avremo ancora la migliore memoria di cui mai disporremo.