Vuoto…intorno l’eco sordo
E secco di una voce silente,
sopra, una luce fredda, fioca,
Terribilmente lontana,
Lancia una fiamma spenta su sé stessa;
Dentro, un corpo morente trema,
Cedendo al suo ultimo respiro soffocato,
Triste involucro senza potere,
Ceppo secco da gettare al fuoco,
Frutto marcito da un gelo penetrante
Ed instancabile, steso a terra
Coperto di vermi dopo esser stato
Interminabili istanti sospeso per aria,
Dopo aver girato vanamente,
Sciupando oro in clessidra,
Ora rimane così com’è, privato
Del suo solo compagno di vita,
Unica potenza invisibile e sibillina
In grado di poter riempire uno
Squarcio profondo ed indelebile,
Reso incolmabile da un tempo senza fine.
Ora…una voce grida lontana
Unica superstite di mille
Lamenti strazianti messi a tacere
Tutti d’un colpo, da una realtà arcigna
E bramosa di sangue innocente,
Piccola illusoria bambina maligna
Che stringe fra le mani tenere e paffute
Un coltello ancora sanguinante,
Messaggero letale silente
Di una morte ineluttabile e vicina.
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